Vittoria Ricci difende il programma di suo padre Antonio: “Striscia la Notizia è un brand che non passa mai di moda”.
Il ritorno di Striscia la Notizia è previsto per il 26 novembre, ma prima ancora che il celebre tg satirico torni sugli schermi, a far parlare è la voce di Vittoria Ricci, figlia del suo ideatore Antonio Ricci. Intervenuta durante la presentazione della scultura del Gabibbo realizzata interamente con i Lego e esposta a Italy Brick Expo, la figlia del celebre autore ha voluto ribadire con decisione la vitalità del programma e respingere le voci di crisi che ciclicamente tornano a circolare. “La Lego è un po’ come Striscia” ha spiegato sorridendo, “non passa mai di moda“. Ma scopriamo cos’ha dichiarato.
Il futuro del programma secondo Vittoria Ricci
Durante l’intervista concessa a Libero Quotidiano, Vittoria Ricci ha risposto alle domande sul futuro di Striscia la Notizia con tono pacato ma fermo.
“Aspettiamo un comunicato ufficiale dall’azienda… Siamo pronti anche a cambiare vestito, ci siamo sempre adattati alle esigenze, che è la nostra forza” ha dichiarato.

Poi, senza mezzi termini, ha difeso il valore storico e sociale del programma: “Striscia è un brand di cui non si può fare a meno. Senza Striscia ci si dovrebbe preoccupare molto, è una tutela per i cittadini e una garanzia di libertà di pensiero, di stampa e di satira“.
Il museo e l’eredità di un’idea che non si ferma
L’occasione è servita anche per ricordare il museo dedicato al programma, inaugurato nel 2015 e diretto proprio da Vittoria Ricci.
“Il museo di Striscia esiste da dieci anni – racconta – nasce da un’idea di mio padre per celebrare il valore e la longevità di un programma così importante, e io ne ho curato tutta la realizzazione“.
All’interno della struttura, situata negli studi del tg satirico, sono conservati i cimeli che hanno segnato la storia della trasmissione, mentre all’esterno trovano spazio giochi e installazioni per il pubblico.
Infine, la figlia di Antonio Ricci ha voluto chiudere con un messaggio chiaro: “Ricci è più combattivo che mai. La stampa dovrebbe smettere di fare funerali anticipati a Striscia e riconoscerne il valore sociale, politico ed economico“.